"il numero degli scrittori è grandissimo e va crescendo sempre, perché è il solo mestiere, oltre quello di governare, che la gente osa fare senza averlo imparato" Alphonse Karr
Recentemente ho ricevuto la proposta di scrivere un libro. Qualcuno che lavora nel campo dell'editoria vede in me "grandi potenzialità", ha capito persino su quale genere mi potrei… "lanciare"
Una delle mie passioni nascoste (giustamente) è quella di scrivere. Mi piace scrivere su carta, anche se ultimamente non disdegno la comodità e velocità del computer. Sino a poco tempo fa il destino dei miei pensieri scritti era segnato da una fine crudele, probabilmente meritata. Il rito era il solito: appena finivo di scrivere strappavo il foglio in mille pezzettini. Quei coriandoli incolori dei miei scritti malinconici finivano puntualmente dentro un cestino. Capitava comunque che riservassi loro una fine più gloriosa, lanciandoli in aria, al mare o in montagna, perché li portasse via il vento. Una scena commovente, copiata da chissà quale film. Ricordo ancora l'ultima volta che lo feci, lasciai la spiaggia con le lacrime agli occhi. No, non per la commozione! Il vento bisbetico cambiò improvvisamente direzione, lanciandomi violentemente un coriandolo contro l'occhio. Ho interpretato il fatto come un messaggio divino, una voce, un sibilo di vento, che m'invitava a smettere, non tanto di lanciare coriandoli fuori stagione, quanto di dar così tanta importanza a ciò che scrivevo.
Ora non riduco più i miei scritti in coriandoli, è un'azione troppo articolata da fare al computer. Se l'umore non è quello giusto, mi limito a non salvare il file oppure a cestinarlo dopo averlo salvato. Scrivo molto meno, pochissimo, su carta quasi più. Eppure mi è rimasta l'abitudine di avere sempre sottomano una matita e un pezzo di carta, che utilizzo puntualmente per gli appunti di lavoro. Già, il lavoro… è lui che assorbe totalmente il mio tempo non lasciando spazio per dedicarmi a queste piccole, futili passioni. O forse sono io che non riesco a ottimizzare al meglio il mio tempo. Credo sia questo il motivo per cui ho iniziato, seppur forzatamente e quasi per gioco, a scrivere due righe (l'intenzione era quella) all'interno delle newsletter Mamopizza. Non nascondo che ho sempre il timore di tediare qualcuno, mi conforta che nessuno sia costretto a leggermi. Che mi si legga o meno personalmente è stata una grande conquista, ho sfatato un tabù che mi perseguitava dall'adolescenza: nessuno poteva leggere le cose che scrivevo.
Dallo scrivere una newsletter gratuita al pubblicare un libro ce ne passa davvero tanto. Confesso che per qualche istante mi sono lasciato trasportare dall'allettante proposta e ho fantasticato: best-seller, ristampe, traduzioni, successo e danaro...…. mi son svegliato nel momento in cui ho sentito di nuovo una voce, ancor più reale in assenza totale di vento: "il tuo libro farà piangere il mondo". Solo allora ho immaginato le copie del mio libro invenduto trasformate in coriandoli lanciati al vento, che finiscono negli occhi dei passanti.
Ringrazio chi ha visto in me un talento nascosto, mi conosco molto bene e ho la fortuna di sapere quali sono i miei limiti. E poi credo fermamente che certi talenti è meglio se restano nascosti. Anche se adoro le sfide non ho potuto che declinare l'offerta. Chissà, magari avrei creato un nuovo business vendendo bustine di coriandoli dei miei pensieri.
02 Settembre 2009
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